Descrizione Progetto

Il tè di lombrico anche conosciuto come worm tea è un prodotto molto interessante e ancora poco conosciuto da gran parte degli agricoltori. Viene erroneamente considerato un prodotto da piccola scala adatto esclusivamente agli hobbisti. Grazie all’aiuto di un amico inglese che mi ha accompagnato nella realizzazione dandomi molti preziosi consigli, oggi nella nostra azienda siamo in grado di produrne grandi quantità con uno sforzo e con un costo minimo.  Durante i corsi di orticoltura dedico sempre una parte importante alla produzione del vermicompost e al tè, perché autoprodursi una parte dei fertilizzanti partendo da materiali di scarto interni è un risparmio economico rilevante. Durante i miei studi e le prove in campo ho cercato di affinare la preparazione di questo liquido cercando di semplificare al massimo tutti i passaggi per facilitarne la produzione e l’utilizzo. 

Quello descritto in questo capitolo è una forma grezza di tè di lombrico con caratteristiche simili ma con percentuali di microrganismi inferiori a quello fatto fermentare con melassa e l’aggiunta di ossigeno. Non ritengo ovviamente questo prodotto migliore di quello fermentato ma ritengo che la sua preparazione sia di gran lunga più semplice e avendo a che fare con agricoltori sempre molto indaffarati meglio un prodotto buono e facilmente realizzabile che un prodotto ottimo che non faremo per mancanza di tempo.

Caratteristiche 

È un prodotto dal colore giallo pallido ricchissimo di elementi nutritivi facilmente assimilabili dalle piante. Il suo punto di forza risiede nell’attività microbica andando ad arricchire la biodiversità del terreno con microrganismi selezionati in processi di umificazione durati mesi. 

Figura 1 –  Tè di lombrico dopo 3 lavaggi pronto all’uso

Utilizzo

Essendo uno scettico verso i nuovi prodotti miracolosi che come meteore compaiono sul mercato per poi scomparire dopo pochi anni, prima di utilizzarlo su grande scala ho fatto varie prove. Le sperimentazioni (semplicemente visive) consistevano nell’irrigare settimanalmente sempre ed esclusivamente alcune piante lungo le file sia in serra che fuori serra. Ho notato un migliore sviluppo delle piante e un’apparente maggiore resistenza alle avversità (anche se andrebbe ovviamente effettuata un’analisi statistica); nelle aree più povere di sostanza organica i risultati sono stati ancora più interessanti.

Da un bidone per l’allevamento dei lombrichi riusciamo a produrre settimanalmente circa 20 litri di tè puro che diluiamo con un rapporto 1:1 con acqua fresca di pozzo o piovana. Oggi distribuiamo una volta a settimana su ogni ettaro questa quantità attraverso un semplice impianto di fertirrigazione a tutti i settori coltivati.  Difficilmente riusciremo a dimostrare quanto questo prodotto influenzi la vigoria e la sanità delle nostre coltivazioni ma questa tecnica insieme a concimazioni con vermi-compost auto-prodotto, all’aggiunta di microrganismi di vario genere e alla messa in atto di molte buone pratiche agricole ci hanno permesso di incrementare in pochi anni le nostre rese, la qualità dei nostri prodotti, diminuire i trattamenti chimici e incrementare la percentuale di sostanza organica. Questo prodotto può essere utilizzato puro senza provocare nessun danno alle piante viste le sue caratteristiche. In letteratura ci sono anche riferimenti al suo utilizzo come concime fogliare ma non ho dati a riguardo. 

Autoproduzione del tè grezzo e dei lombrichi

L’autoproduzione è molto semplice e richiede una spesa iniziale di 60 €. Si inizia acquistando un bidone da rifiuti da 80 litri di volume con coperchio e un semplice rubinetto in plastica come quello visibile in foto. Pratichiamo un foro con il trapano a 10 cm di altezza dalla base del diametro del rubinetto e inseriamo il rubinetto stringendolo accuratamente. Con una punta di 8 pratichiamo nella parte superiore del bidone una cinquantina di fori per permettere l’aereazione. 

 Una volta terminata questa operazione capovolgiamo il contenitore per togliere tutti i piccoli pezzettini di plastica prodotti e li smaltiamo correttamente. Sulla parte basale del bidone posizioniamo pietre, mattoni o ghiaia grossa fino ad un’altezza di 15 cm (almeno 5 cm sopra l’uscita del rubinetto). Una volta completata questa operazione posizioniamo una rete metallica a maglia fine sopra al primo strato inerte, piegandola ed adattandola in modo da coprire tutta la superficie. Sopra questa rete posizioniamo uno strato doppio di tessuto non tessuto che servirà a contenere il letame evitando l’otturazione del rubinetto. 

A questo punto non ci resta che iniziare l’allevamento dei lombrichi aggiungendo all’interno del bidone:

  • letame fresco per circa 1/3 del volume restante
  • un pezzo di cartone marrone non trattato (il cartone è un importante apporto di cellulosa per i lombrichi)
  • un po’ di paglia per mantenere fresco l’ambiente ed evitare un eccessivo compattamento
  • materiale organico fresco (foglie di insalate scartate, pezzi di zucca non vendibili, zucchini appassiti, pomodori con botrite, tutto quello che scartiamo…)
  • 200-500 gr di lombrichi, se possiamo cerchiamo di preferire quelli rossi californiani per la loro capacità riproduttiva e digestiva. Se è difficile reperirli vanno benissimo gli autoctoni. Incrementando la quantità di lombrichi acceleriamo la colonizzazione del bidone e la produzione del tè 

A questo punto rovesciamo un secchio da circa 20 litri d’acqua fresca all’interno del bidone e mettiamo velocemente il secchio sotto il rubinetto facendo attenzione che sia aperto. Se abbiamo a disposizione soltanto acqua dell’acquedotto sarà opportuno lasciarla decantare per 24 ore per permettere al cloro di disperdersi. Il cloro è letale per i microrganismi.

Dopo pochi minuti ci accorgeremo che la quasi totalità dell’acqua rovesciata è nuovamente presente nel secchio alla base del bidone. 

Quello che uscirà durante i primi 3 mesi non è tè di lombrico ma un semplice lavaggio di letame fresco ricco di nitrati (azoto a pronto effetto). Diluitelo in rapporto almeno di 1:10 e utilizzatelo per irrigare le giovani piantine che apprezzeranno molto questa forma di azoto facendo attenzione a non bagnare le foglie. Dopo questi mesi si potrà notare un’iniziale trasformazione della sostanza organica e le prime presenze di sostanze umificate. 

Da ora in poi il liquido che fuoriuscirà dal bidone sarà una forma grezza di tè di lombrico.

Ogni due o tre giorni apriamo il bidone e controlliamo la presenza del materiale organico fresco; quando il bidone sarà a regime dovremmo aggiungere un po’ di materiale verde ogni tre giorni, un pezzetto di cartone ogni 15 giorni (o comunque quando non lo vediamo più) e mensilmente uno strato leggero di paglia. Completate le aggiunte procediamo aggiungendo un secchio d’acqua, lo stesso liquido che fuoriuscirà lo riutilizzeremo per altri due lavaggi ripetuti in successione mano ma mano che dal rubinetto non fuoriuscirà più liquido.  L’acqua proveniente dai lavaggi avrà un colore molto simile a quello del tè e sarà pronta per essere inserita in un secondo bidone, filtrandola se necessario, collegato ad un impianto di fertirrigazione o ad un semplice annaffiatoio per bagnare giovani piantine. Essendo un prodotto ricco di microrganismi utili aerobi è basilare un suo utilizzo tempestivo per evitarne la morte le la sostituzione con gli anaerobi. Si procederà ai lavaggi del bidone contenente il compost di lombrico un’ora prima di iniziare l’irrigazione con fertirrigazione per avere un prodotto al suo massimo potenziale. 

In primavera e in estate con l’innalzamento delle temperature la riproduzione e la voracità dei lombrichi incrementeranno notevolmente. Sarà opportuno mantenere il bidone sempre umido ma senza acqua ristagnante a livello del compost. Nel caso in cui nel bidone l’umidità cali drasticamente sarà opportuno aggiungere piccole quantità di acqua per riportarlo a valori ottimali. Ogni giorno, ma consiglio di farlo soltanto una volta a settimana per incrementarne la presenza, possiamo avere a disposizione 20 litri a bidone di questo ottimo prodotto.

Dopo un anno, generalmente in inverno, il bidone sarà quasi pieno di humus e di diversi kg di lombrichi. 

Cerchiamo di separare i lombrichi dall’humus (generalmente se c’è materiale organico fresco i lombrichi sono nel primo strato). Teniamo una parte di lombrichi come innesco per il nuovo bidone e la parte restante la inseriremo sul nuovo cumulo di vermicompost che abbiamo appena realizzato (vedi capitolo lombri-compost). Rovesciamo con cautela il bidone separando i diversi strati. Il letame maturo iniziale insieme a tutto il materiale aggiunto durante l’anno sarà ormai trasformato in un ricco humus.  Questo prodotto è un ottimo fertilizzante, lo possiamo utilizzare per concimare o come substrato da aggiungere per la produzione di nuove piantine. 

Consigli

Ci sono alcuni consigli che mi sento di dare:

  • Nella mia azienda abbiamo considerato all’incirca un bidone da 80 litri per ettaro per avere a regime 20 l di tè a settimana, valutando la capacità d’assorbimento del nostro impianto di fertirrigazione; ovviamente questo riferimento è incrementabile o diminuibile senza controindicazioni.
  • Ci sono alcuni materiali che non andrebbero aggiunti nel bidone se non in piccole quantità come le bucce degli agrumi, le foglie delle liliacee e la carne.
  • Il bidone deve essere collocato all’ombra sotto una tettoia e possibilmente vicino alla fonte d’acqua e alla zona lavaggio, in modo da agevolare la nutrizione quasi giornaliera dei lombrichi. 
  • Il bidone dovrebbe essere sempre chiuso sia per creare un ambiente buio ideale per lo sviluppo dei lombrichi, sia per evitare il proliferare di insetti non desiderati.
  • Se ci molesta la presenza di moscerini possiamo applicare una retina a maglia fine dove abbiamo praticato i fori per lo scambio d’aria. 

Figura 2 –  Bidone pronto all’utilizzo

Figura 3 – Interno del bidone dopo 1 giorno dal riempimento

Figura 4substrato in trasformazione dopo 6 mesi

Figura 5sostanza organica trasformata in humus