Questa sezione rappresenta un ambito fondamentale per tutti coloro che scelgono di fare il contadino o la contadina. Mi è capitato di accompagnare alcuni amici nel muovere i primi passi in agricoltura, e mi è stato detto che i consigli ricevuti sono stati preziosi.  Per prima cosa, prima di aprire un’attività, consiglio di visitarne molte, magari anche attraverso la formula del woofing, che prevede l’ospitalità in aziende agricole situate in ogni parte del globo, in cambio di lavoro da svolgere sul posto. Visitando le aziende, parlando con i contadini, con gli operai e gli imprenditori agricoli ci faremo una nostra idea di come realizzare il nostro piccolo grande sogno.

Localizzazione

La localizzazione è importante per la futura sopravvivenza dell’attività. In linea generale possiamo affermare che più siamo lontani dalla città, minore è il rischio di contaminazione da inquinamento atmosferico, idrico e geologico. Il problema è che in città o in paese dobbiamo andarci spesso per vendere ad un prezzo remunerativo i nostri prodotti. Nelle zone di campagna quasi tutti hanno un piccolo orticello oppure un parente o un conoscente che gli regala il surplus di produzione. Cercando il posto perfetto dove coltivare finiremo sempre sperduti nella campagna remota, e alla fine finiremo per vendere i nostri prodotti biologici a basso prezzo alla grande distribuzione, con l’unica prospettiva di aumentare continuamente le superfici da coltivare per rimanere in vita. La facilità di accesso e la relativa vicinanza a centri abitati sono quindi fondamentali per raggiungere un livello accettabile di vendita diretta, con tutti i benefici connessi. Anche la presenza di una buona strada asfaltata è basilare per aprire uno punto vendita in azienda e ricevere i clienti.

Scelta del terreno

Come potete vedere nella sezione riguardante l’analisi del terreno, ogni suolo ha le proprie caratteristiche e facilita la coltivazione di determinate colture piuttosto che di altre. Prima di acquistare o affittare un terreno è necessario effettuare un’analisi completa delle sue caratteristiche, comprendente anche tutti i metalli pesanti per verificare se e quanto sono presenti nel suolo. Terreni a tessitura più leggera, tipici delle zone costiere e lungo i fiumi, sono generalmente preferibili per la possibilità di lavorarli con minor sforzo e per un periodo di tempo maggiore durante l’anno, ma hanno un serbatoio di elementi nutritivi limitato. Mantenere dei buoni livelli di sostanza organica su questi terreni sarà la sfida principale dell’orticoltore. Nei terreni più pesanti è possibile produrre ortaggi dal sapore squisito, ma avremo sempre difficoltà maggiori, soprattutto nelle lavorazioni e nell’uso di macchinari da utilizzare con il trattore. Il terreno ottimale, potendo scegliere è quello definito “terra grassa” nella piramide della tessitura. Facciamo anche attenzione al pH: più è vicino a 6,5 e più grande sarà il range di ortaggi coltivabili con facilità.

Pianura o collina?

Non ci sono grandi differenze a patto che la collina non presenti una pendenza pericolosa per il movimento del trattore e di altri macchinari. Se abbiamo a disposizione una superficie collinare ci saranno zone più umide in cui verranno meglio determinate colture ed altre più secche. Se scegliamo un appezzamento collinare dobbiamo fare molta attenzione a coltivare a parallelamente alle curve di pendenza per limitare al massimo i fenomeni erosivi. Su questo tema è molto utile partecipare ad un corso di agricoltura organica rigenerativa sulle keyline.

Presenza di acqua

Che sia di pozzo, di lago o di fiume (controllate la normativa perché è proibito prelevare l’acqua direttamente dai fiumi) non deve mai mancare. Se non siamo sicuri della sua presenza in grandi quantità abbandoniamo l’idea di coltivare ortaggi in maniera massiccia. Esistono tecniche per limitarne il consumo il più possibile, ma è più facile imparare a risparmiarla che a coltivare senza di essa.  Anche in questo caso sarà opportuno fare un’analisi completa  per capirne le caratteristiche ed eventuali inquinanti.

Esposizione

Posto che coltiviamo ortaggi che si sviluppano con il sole, un’esposizione a Sud ci permette di avere il sole dalle prime ore della mattina fino al tramonto. In estate questa eccessiva esposizione in alcune aree potrebbe essere un problema, ma sicuramente minore rispetto ad un versante esposto a Nord. Possiamo ovviare ad un’eccessiva insolazione estiva con la presenza di alberi da frutto e con altre tecniche, come ad esempio alternare da nord a sud a est ovest colture come il pomodoro in estate per contrastare l’esposizione.

Dimensione Appezzamenti

Se possibile le file dovrebbero essere lunghe almeno 50 metri. Questa lunghezza standard è quella con cui riempiamo mediamente un paniere. Più le file sono lunghe e dritte più ci faciliteremo la vita con l’uso del motocoltivatore o dei teli pacciamanti per controllare le infestanti. Gli appezzamenti dovrebbero essere più di dieci e di dimensioni simili per agevolarci nelle rotazioni

Impianti di irrigazione

potete trovare tutte lle informazioni in merito nei tutorial dedicati a questo argomento

Recinzioni

Quasi tutti odiamo la presenza in campagna di reti che delimitano i campi a rimarcare continuamente la proprietà privata. Anche se mi dispiace dirlo ormai sembra impossibile coltivare senza una rete a maglie fitte alta almeno 1,8 metri. Ciò è dovuto alla presenza di caprioli e cinghiali e altri animali selvatici che spinti dalla fame e dalla sete trovano negli orti dei pasti perfetti. Una volta scoperto uno ci torneranno fino al suo esaurimento. Se dobbiamo acquistare un terreno facciamo presente al proprietario la necessità di recintare e informiamoci sulle normative presenti in quell’area. Un terreno recintato vale di più. Consideriamo che per recintare 1 ha ci vuole circa 3000 €.

Strutture

Ci accorgeremo subito che abbiamo bisogno di strutture coperte per avviare un’attività. Vivere e lavorare la terra intorno alla casa è il sogno di ogni persona che sceglie la via contadina. Le strutture fondamentali sono:

In questa struttura chiusa lasceremo tutti i nostri piccoli attrezzi da lavoro, il materiale vario,  gli indumenti per cambiarci, i semi e i prodotti anticrittogamici. Nel corso della giornata entreremo ed usciremo da questa area decine e decine di volte e quindi localizzarlo al centro dell’azienda è fondamentale.

L’utilizzo di questo ambiente sarà indispensabile in un secondo momento ma generalmente la sua collocazione per comodità sarà all’interno del magazzino o in una zona limitrofa ma da pianificare fin dall’inizio

Avere la possibilità di un punto vendita in azienda, magari vicino ad una strada trafficata, ci aiuterà a smerciare con maggiore facilità i nostri prodotti. Il punto vendita dovrà essere sempre ben pulito e sarà il primo posto dove riceveremo i clienti. Quest’area dovrà essere la prima struttura che incontreremo, possibilmente al centro dell’appezzamento in modo da vedere con facilità se arrivano delle persone e per permetter agli acquirenti di avere un’idea di come coltiviamo giustificandoli la scelta degli ortaggi naturali rispetto al supermercato in cui avrebbero sicuramente risparmiato tempo e denaro. Accanto al punto vendita ci dovrà essere il magazzino e la cella frigorifera. Se dovete costruirlo rivolgete sempre il punto vendita a nord e riparato dal vento per evitare che il sole d’estate prosciughi troppo rapidamente gli ortaggi esposti anche sotto ad una tettoia.

Se dobbiamo realizzarle  anche queste strutture dovranno essere posizionate in una zona centrale dell’azienda ma possibilmente defilate dal punto vendita. Sotto di esse saranno conservati i concimi, le cassette, le presse di paglia e spesso anche alcuni prodotti che necessitano di essiccare distesi o appesi come le cipolle e gli agli. In queste strutture metteremo anche i mezzi agricoli come il trattore, il trinciastocchi, il ripper, la trapiantatrice, la pacciamatrice e molti altri per proteggerli dal sole e dall’acqua evitandone un deterioramento prematuro. Se dobbiamo realizzarle scegliamo un’altezza di 3 metri e consiglio di metter meno pali di sostegno possibili per agevolare le operazioni con i mezzi meccanici. 

Per un’orticoltura da reddito è indispensabile avere un’area per inumidire e lavare le verdure, le cassette e le nostre mani vicino al punto vendita. Fate attenzione alle normative vigenti, generalmente l’acqua per essere utilizzata deve essere potabile e esente da ogni rischio. In caso contrario esistono delle buone norme e alcuni filtri da apportare

  • Inizialmente queste strutture ci sembreranno evitabili perché forzando il clima  non rispettiamo più la stagionalità del nostro lavoro che in alcuni casi è uno dei motivi che ci ha spinto a questa vita. Inizialmente vedremo come fondamentale soltanto una piccola serra dove realizzare un vivaio per l’autoproduzione delle piantine. Le serre, con le loro coperture in plastica che vanno cambiata ogni 5-6 anni, non sono proprio l’esempio della sostenibilità e della naturalezza e spesso deturpano il paesaggio. Nel momento in cui imposteremo la nostra orticoltura come attività da reddito ci accorgeremo subito che sono basilari per incrementare la nostra offerta di prodotti. 

In serre non riscaldate in toscana riusciamo a trapiantare gli zucchini a metà febbraio e raccoglierli a metà-fine marzo. Lo stesso vale anche per i pomodori che trapiantati i primi di marzo iniziano a produrre fine maggio. Da questi due esempi si capisce subito la possibilità di anticipare la raccolta di30-40 giorni o posticiparla fino a dicembre. Il miraggio delle serre in vetro deve rimanere tale perché non sono remunerabili per queste attività, hanno senso solo per produzioni molto redditizie come le fragole, il basilico o i fiori. Nel momento in cui andiamo ad acquistarle preferiamo sempre (se economicamente possibile) quelle con un’altezza di almeno 4-5 metri e almeno 8 di larghezza, la buona ventilazione è un  parametro fondamentale soprattutto in estate.  Nel corso degli anni noi abbiamo acquistato 6 serre tunnel, di queste soltanto quella vivaio è riscaldata. Nelle altre copriamo le giovani piantine con tessuto non tessuto durante le notti più fredde.

Frutteto

Gli alberi da frutto sono una presenza quasi obbligatoria all’interno di un’azienda agricola sia perché la frutta di qualità maturata sulla pianta è un prodotto molto ricercato dai consumatori sia per il nostro autoconsumo.  Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un miglioramento genetico molto spinto che ha portato alla creazione di nuove varietà  su portinnesti nanizzanti. Queste nuove varietà si sono diffuse grazie agli incrementi di produzione raggiunti che però necessitano di elevate quantità di prodotti anticrittogamici e fertilizzanti.

Credo che la scelta debba iniziare sul numero di piante che abbiamo intenzione di allevare, ovviamente mettere 50 piante è diverso da impostare un’area da 500 piante.  Ricordiamoci sempre che gli ortaggi necessitano di luce, coltivare dei pomodori o altre specie  all’ombra di una o più file di albicocchi può darci fenomeni di eccessivo allungamento dello stelo a discapito della produzione oppure incrementare attacchi fungini causati da un’umidità mattutina che persiste per molte più ore. Ovviamente non è sempre uno svantaggio questa relazione, negli ultimi anni stiamo assistendo ad estati sempre più torride. Se abbiamo un minimo di esperienza sarà interessante progettare dei filari di alberi da frutto in modo che d’estate ombreggino alcune particelle in cui destinare d’estate fagiolini, insalate ed altre specie che in questi soffrono le eccessive temperature.

Utilizzando il metodo biologico consiglio la forma d’allevamento a vaso capitozzato a 50 cm di altezza. Questa forma permette un ottimo sviluppo della chioma che aprendosi riduce i problemi fungini e permette la raccolta da terra.  Concludendo ribadisco che gli alberi da frutto ci devo essere, se possiamo preferiamo varietà locali più rustiche e resistenti, ma mettiamoli con criterio in modo da creare zone d’ombra e avere un prodotti in più senza toglierci troppe ore dalla gestione dell’orto.

Piante aromatiche

Difficilmente riusciamo a trarre un guadagno da queste coltivazioni ma il tempo che ci spenderemo per seguirle sarà veramente limitato. È una cosa abbastanza normale regalare gli “odori” insieme ad una fetta di zucca o metterli all’interno di una cassetta  per i gruppi di acquisto solidali, rientra delle buone pratiche con cui vogliamo costruire rapporti con i nostri acquirenti che vadano oltre lo scambio di denaro. Le piante aromatiche hanno anche l’importante effetto di richiamare le api e molti insetti utili incrementando la biodiversità.  Fra le aromatiche più richieste c’è ovviamente la salvia e il rosmarino, ma anche piante come il timo, la menta, la maggiorana sono gradite.   

Pollaio ed altri animali

Seguendo i principi della permacultura la presenza degli animali è un aspetto fondamentale per garantirci letame con cui realizzare un compost di qualità oltre a produzioni secondarie come uova, latte, formaggi e carne. È difficile andare contro i principi della permacultura ma ogni animale che aggiungiamo richiede un po’ del nostro tempo, sta a voi trovare il giusto equilibrio. Ritengo importante avere almeno un pollaio con 30 galline al pascolo per l’autoproduzione delle uova e il cui eccesso saranno vendute ai clienti. Le uova fresche sono un motivo in più per andare ad acquistare direttamente in azienda o in mercati rionali.  Alle galline possiamo dare le parti provenienti dalla pulizia degli ortaggi o gli invenduti e loro ci ripagheranno anche con della pollina da compostare e con altri usi come descritti nel capitolo rotazioni e consociazioni.

PSR, bandi pubblici, finanziamenti vari

Ho scelto volutamente di mettere questo argomento alla fine perché è un tema molto discusso fra i nuovi agricoltori. Ritengo sbagliato impostare una nuova attività sui finanziamenti all’agricoltura perché finiamo erroneamente per rendere sostenibili le nostre attività con queste entrate. Pensiamo a come far funzionare le nostre aziende autonomamente e se poi arrivano meglio, sono investimenti risparmiati. Ad oggi preferisco criticare queste misure che danno soldi a pioggia, se andiamo ad analizzarli la stragrande maggioranza va ad imprese grandi che investono milioni di euro per realizzare un’agricoltura industriale che uccide i piccoli e medi agricoltori. Quello di cui abbiamo bisogno per un’agricoltura di qualità vera, sostenibile, che crea lavoro non sfruttato e conserva il paesaggio sono leggi e agevolazioni che proteggano la piccola agricoltura e non le briciole che servono a pulire la coscienza delle classe politica e ingrassare i soliti amici.

Conclusioni

Aprire un’attività agricola richiede sacrifici e soldi. L’investimento iniziale in orticoltura è importante ma a differenza della frutticoltura, viticoltura, olivicoltura ecc. avremo le prime entrate già dopi pochi mesi. Se non abbiamo una somma sufficiente da investire possiamo iniziare a piccoli passi magari tenendoci ancora per alcuni anni un lavoro esterno con cui aiutarci negli investimenti. Nella realizzazione di una nuova attività di questa tipologia sarà fondamentale rendere partecipi i clienti (anche chiamati coproduttori) attraverso giornate di mutuo aiuto, visite, garanzia partecipata, iniziative a tema e magari anche feste. Scegliere in questi anni di fare il coltivatore diretto, il piccolo imprenditore o il contadino è un gesto eroico e sicuramente in controtendenza in un modo che vuole tutto e subito a prezzi stracciati. In Italia e in tanti altri paesi esistono delle reti contadine con cui rapportarci per affrontare insieme problemi di produzione o burocratici, partecipare a mercati esistenti o realizzarne di nuovi. Consiglio vivamente di leggere il manifesto di Genuino Clandestino, se vi rivedete in quel testo forse sarà il caso di partecipare ad un’assemblea del nodo più vicino a voi. Rischiate di perdere due ore del vostro tempo oppure vi accorgere che non siete soli a fare qualcosa per un mondo migliore.